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lunedì 4 giugno 2018

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Paolo Giordano


Alice e Mattia sono due ragazzi segnati dal loro passato: lei, dopo essere diventata zoppa in un incidente sugli sci, è diventata anoressica, mentre lui, dopo aver abbandonato la gemella, si è chiuso in sé stesso ed è un autolesionista. Tra loro nasce un rapporto di amicizia un po' particolare e crescono insieme. Mattia si dedica alla matematica e Alice alla fotografia. Tutto cambia quando lui va all'estero per insegnare all'università, lasciandola da sola dopo aver perso la madre a causa di un tumore. Anni dopo, lui insegna ancora e lei si è sposata con Fabio, il quale vuole un bambino che lei non può dargli. Sarà allora che capiranno quanto la loro amicizia li abbia segnati nel profondo. Come due "primi gemelli" sono estremamente diversi e vicini, ma non quanto basta per stare insieme. Come andrà a finire? "La solitudine dei numeri primi" è il capolavoro di Paolo Giordano. È diviso in parti che raccontano gli eventi di un determinato periodo, dalla loro infanzia fino all'essere adulti, con un linguaggio molto scorrevole e colloquiale. Consigliato agli amanti dei romanzi di formazione e delle storie parallele.


Dalla quarta di copertina:

Romanzo d'esordio di un giovanissimo scrittore, "La solitudine dei numeri primi" è stato uno dei più eclatanti casi letterari degli ultimi anni: cresciuto grazie all'entusiastico passaparola dei lettori, il libro ha incontrato il plauso della critica ed è arrivato a conquistare molti premi, tra cui il principale riconoscimento letterario italiano, lo Strega.

Al centro della storia - e di una narrazione che corre tesa verso il finale e brucia per le sue implicazioni emotive - le vite speciali di Alice e Mattia, entrambe segnate da un episodio traumatico accaduto nell'infanzia: un marchio a fuoco che li accompagna, insieme allo sguardo dell'autore, attraverso l'adolescenza, la giovinezza, l'età adulta. I loro destini si incrociano e i due ragazzi si scoprono strettamente uniti eppure invincibilmente diversi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.


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