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giovedì 26 luglio 2018

NOTTE AL CASABLANCA di Daniela Grandi


Nina Mastrantonio, una donna giovane, bella, indipendente e con la pelle nera, è il maresciallo dei carabinieri di Parma e lotta ogni giorno contro i pregiudizi. Un giorno, il pilota d'aerei Marco Cagli viene ritrovato morto nel suo appartamento. Le circostanze fanno pensare ad un suicidio, ma alcuni dettagli sulla vita del defunto e la scomparsa di un cellulare e di un taccuino suggeriscono di continuare le indagini. Ma quando vengono uccise alcune persone che sapevano qualcosa del caso, ovvero due prostitute e l'uomo che aveva rubato gli oggetti appartamento di Cagli, e un ragazzo scompare, la marescialla capisce che dietro a tutto questo c'è qualcosa di grande e terribile. Intanto, iniziano ad arrivarle dei bigliettini anonimi con citazioni tratte da libri che parlano di bambini o ragazzi maltrattati. Aiutata dal Brigadiere Carlo Navarra, dall'appuntato scelto Paolini e da Anna, la sua giovane vicina di casa con una grande passione per la lettura, Nina scoprirà una storia di prostituzione minorile, orge, ricatti e scambismo che si nasconde tra le mura del Casablanca. Tra le persone coinvolte ci sono il proprietario del locale Gregor Volkov e nomi molto importanti come quelli di Tommaso Callegari, Adoni, Lombardelli e Corrado De Robertis. Quale ruolo hanno svolto i signori nel caso? Perché hanno ucciso il pilota? Nina Mastrantonio riuscirà a smascherarli e a "liberare" le loro ragazze? "Notte al Casablanca" è il primo noir della giornalista Daniela Grandi. Raccontato giorno per giorno dal punto di vista di tutti i personaggi, che si alternano nel corso del libro, segue le indagini di un caso complesso, violento e pieno di buchi neri con un linguaggio molto scorrevole, coinvolgente e abbastanza descrittivo. Consigliato agli amanti dei casi crudi e violenti, dei noir e delle storie piene di determinazione.

Dalla quarta di copertina:

"L'inchiesta per corruzione che aveva condotto non era stata uno scherzo, anzi. Il grado di violenza di questo caso, però, la turbava. E non solo per i rischi che comportava, ma per ciò che significava in generale: una spietatezza faticosa da accettare."

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